Scritture di ieri e di oggi a confronto

Cari lettori,

In questo numero ho il piacere di pubblicare, tra altri interessanti articoli, anche una testimonianza sincera, uno spaccato di vita, della prof.ssa Franca Finelli.

Un’amica che ha voluto mettere a disposizione di “grafologia magazine” una sua esperienza vissuta in età adolescenziale. Sicuramente utile a molti genitori, perchè, anche se un po datato, ritengo che questo tipo di problema sia ancora molto attuale.

Farò una breve premessa per un’agevole comprensione al tema che stiamo trattando. Vi sono due tipologie di scrittura che caratterizzano l’età adolescenziale, una è lo “script”, o semi-stampatello, scrittura chiara e leggibile, tipica di chi vuole farsi capire, facilitando la comunicazione.

La “forma” che prevale sul movimento, il quale, nella scrittura corrisponde alla forza pulsionale, conferisce slancio, infonde libertà e scaturisce le emozioni.

Quindi , dove prevale la forma, c’è la ricerca di sé, (narcisismo) sicuramente una scrittura convenzionale.

Chi scrive in questo modo, si omologa al gruppo, che, da un lato, infonde una certa sicurezza, ma non lascia spazio alla creatività individuale.

Viene a mancare uno stile proprio, una personalizzazione, in parole povere la nostra unicità è gravemente penalizzata.

La forma, non più gestualità libera, in movimento, ma solida costruzione. L’altra scrittura, la “misteriosa”, l’ indecifrabile, indica una certa difficoltà, se non incapacità di comunicare.

Il desiderio di non farsi capire, soggiace in chi scrive con questa modalità, creare un’alone di mistero intorno a sé, specialmente se la vita sociale, affettiva e professionale dello scrivente è limpida, chiara, probabilmente troppo.

Scatta il desiderio di avere uno spazio proprio, delimitare una zona, un limite invalicabile dove gli altri non possono accedere, a meno che, non siamo proprio noi, consciamente ad abbattere quel muro.

I motivi possono essere di varia natura, professionali, burocratici, di studio come è accaduto a quella giovane studentessa che oggi è la prof.ssa Finelli, docente di itliano al liceo Scientifico, ma rendersi visibili, accessibili, comporta un dispendio psico-fisico non indifferente, se quello non è il nostro modo di scrivere, spontaneo ed innato.

Seguiteci in questo percorso, dove esperienze di vita, vissute qualche anno fa hanno ancora oggi una notevole valenza.

Patrizia Belloni

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