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Cenni introduttivi sulla scrittura dei bambini
Da circa quarant ‘anni o poco più, attraverso vari studi, abbiamo imparato molto sul funzionamento della nostra mente, di quanto le esperienze di vita abbiano un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza.
Le emozioni, sono uno strumento essenziale per entrare in sintonia con gli altri e soprattutto con noi stessi, abbiamo finalmente capito che l’intelligenza non è univoca ma che esistono svariate capacità mentali, linguistica, logico-matematica, musicale, sociale ecc…ognuna di essa ha una propria rappresentazione neurologica.
La grafologia ha un notevole campionario di applicazioni, è considerata uno dei mezzi più validi per capire il nostro universo psichico, emotivo , affettivo ed intelletuale.
Il semplice gesto grafico, è il frutto di un’espressione profonda, possiamo seguire la sua evoluzione dai primi “scarabocchi”, ovvero dai 18 ai 20 mesi di età, fino ad arrivare alla senilità, percorrendo la difficile strada della fase adolescenziale a quella adulta.
Attraverso la scrittura possiamo individuare i “campanelli” di allarme, precursori di eventuali disagi, oppure cicatrici mai rimarginate, che hanno origini lontane, di contro scoprire potenzialità sopite su cui poter agire affinchè la sofferenza psicologica possa essere quantomeno alleviata.
In sintesi la grafologia è in grado di svelare l’essere umano, possiamo conoscere meglio noi stessi e gli altri, questo è il fine, che se correttamente perseguito è in grado di mettere in luce le motivazioni più profonde del nostro essere.
In tutto questo, la scrittura dei bambini sembrava essere esclusa. Infatti, lo stesso Crepeux Jamin, che ha il merito, indiscutibile, di aver fornito alla grafologia delle leggi tuttora valide, non ha approfondito lo studio della scrittura dei bambini adducendo che le difficoltà motorie incontrate durante l’apprendimento non avrebbero consentito un adeguato successo di interpretazione, quindi, secondo lui, l’analisi di una scrittura inorganizzata era impossibile.
Grazie alle ricerche della grafologa Helene de Gobineau e dello psicologo Roger Perron, si è potuto effettuare uno studio approfondito sulla scrittura dei bambini.
I due autori hanno studiato le evoluzioni della scrittura da 6 a 14 anni, ed è vero che hanno notato le reali diffocoltà motrici ma anche la loro progressiva scomparsa.
Studi interrotti, poi ripresi dal professor Ajuraguerra che è stato in grado, attraverso numerose ricerche, di capire l’evoluzione, la crescita, la maturazione del bambino, di stabilirne l’età grafomotoria, cioè se c’è un ritardo e quindi essere in grado di cercarne le cause.
Ciò non significa ritardo intelletuale ma di adattamento.
Varie possono essere le cause di un’età grafomotoria in ritardo, nella scrittura si fondono svariati fattori, l’affettività, il carattere, la personalità, disturbi fisici.
A seguire, ho il piacere di pubblicare un interessante articolo della prof.ssa Elisabetta Agnoloni che ci condurrà nel mondo dei bambini attraverso la loro scrittura, disegni ma soprattutto ci parlerà delle sue esperienze professionali e umane.
Patrizia Belloni
La sessualità precoce nei pre-adolescenti: uno studio grafologico
Uno studio grafologico sulla sessualità dei preadolescenti non può prescindere, a mio avviso, dalla teoria freudiana dello sviluppo psicosessuale e in particolare in questa indagine verrà utilizzato il contributo, per me illuminante, offerto da Freud con il saggio “Introduzione al narcisismo”, quale chiave interpretativa delle ragioni che spingono alcuni bambini ad assumere comportamenti sessuali espliciti in età ritenuta non matura.
Cercherò sinteticamente di esporre il pensiero del grande viennese, il quale sostenne, dando naturalmente scandalo, che il bambino fin dalla sua prima entrata nella vita è guidato da energie pulsionali libidiche, definite così perché esse inducono il bambino a dedicare tutte le sue forze al raggiungimento del piacere fisico quale fonte di benessere. Quindi il bambino appena nato non cerca il seno materno solo per fame ma anche per provare la sensazione di piacere che gli deriva dal soffregamento delle cellule di rivestimento della cavità orale; tale attività permette in contemporanea al bambino di provare piacere e di nutrirsi e quindi all’inizio le due funzioni, libidica e nutrizionale, sono fuse insieme: una strategia, questa, messa in atto dalla natura per garantirsi la sopravvivenza della specie! Tuttavia dopo qualche settimana di vita, con il prolungamento dei tempi di veglia rispetto ai tempi dell’allattamento, il piccolo scopre che, cessando l’azione del succhiare, cessa anche la sensazione di piacere ad essa collegata, perciò a questo punto le pulsioni libidiche si separano prendendo due direzioni distinte: le pulsioni sessuali rivolte al Sé corporeo, finalizzate al raggiungimento del piacere, e le pulsioni dell’ Io rivolte ad oggetti esterni, finalizzate anche alla sopravvivenza. Entrambi i tipi di pulsione accompagneranno l’individuo per tutto il corso della sua vita e, a seconda della loro evoluzione, ne segneranno il suo destino comportamentale, sia per quanto riguarda lo sviluppo dell’ immagine Sé che i rapporti con la realtà esterna.
Focalizzerò l’attenzione sulle pulsioni sessuali in quanto riguardano più strettamente il mio studio non senza però sottolineare che solo in casi patologici, che si manifestano in età successive alla prima infanzia, i due tipi di pulsione, sessuale e dell’Io, da cui scaturiscono l’affettività e la razionalità, si distaccano completamente tra loro o ritornano in stato di indifferenziazione; gli individui ‘sani’ conservano e regolano le due funzioni in maniera sufficientemente differenziata e spesso compensativa. Le espressioni quali ‘fame d’amore’, ’ ti mangerei di baci’, ’essere divorati dalla passione’ e altre simili, esemplificano bene la radice comune tra i due tipi di pulsione.
Per ritornare nell’ambito della nostra riflessione, bisogna dunque considerare che il bambino nei primi mesi e anni di vita, individua nel suo corpo i luoghi di scarico della pulsione sessuale dando il via a una serie di azioni che utilizzano parti del suo corpo come zone erogene, ossia fonti di piacere, e sono: la cavità orale (fase orale), successivamente gli sfinteri (fase anale), ed infine gli organi sessuali (fase fallica). Questo amore per il proprio corpo viene definito da Freud col termine di Narcisismo in riferimento al mito greco del giovanetto Narciso che vedendo la propria immagine riflessa in uno stagno se ne innamora e, nel vano tentativo di abbracciarla, muore.
Il diverso sviluppo individuale del Narcisismo è rilevabile nelle scritture, qui di seguito riportate, degli alunni di una quarta e di una quinta elementare, ma il risultato più interessante (ai fini di questa ricerca) è che le scritture di bambini, femmine e maschi, che manifestano comportamenti sessuali precoci presentano una forte carenza di segni narcisistici, specie in zona media, cioè la zona dell’Io.
Esempi di scritture di tipo prevalentemente narcisistico:
Scrittura n. 1 (bambina, anni 9)
La scrittura, ancora molto aderente al modello scolastico, evidenzia una forte struttura narcisistica, nella preminenza della zona media, nella grandezza della dimensione, nelle rotondità, nei gonfiori; l’occupazione regolare dello spazio e l’assenza di segni d’ansia e di inibizione ci rivelano una confortevole percezione di sé pur nella complessiva immaturità (scrittura paffuta, in superficie con una forte predominanza della forma).
Esempio di scrittura con diminuzione di segni narcisistici
Scrittura n. 2 (bambina, anni 11)
Nella scrittura si nota una diminuzione della dimensione, specie in zona media, rispetto alle scritture precedenti, con un aumento degli allunghi in zona superiore ad indicare lo spostamento pulsionale dal sé corporeo all’Io ideale, ossia la formazione di una immagine di sé idealizzata a cui tendere per la realizzazione dei propri sogni e delle proprie aspirazioni.
I bambini, a cui appartengono le scritture che precedono non dimostrano segni di attività sessuale precoce, sono invece più propensi alle relazioni di tipo amicale e affettivo con i compagni dell’altro sesso a differenza dei bambini di cui esamineremo ora le scritture.
Va sottolineato che l’assenza o la carenza di segni narcisistici non obbliga assolutamente a dedurre che si tratta di bambini sessualmente precoci. Va però tenuto presente che anche nel caso che segue, accanto a mancanza nelle scritture di importanti segni narcisistici, compaiono molti segni d’ansia e di inibizione oltre che ad una irregolare gestione dello spazio con una cattiva tenuta di rigo ad indicare un rapporto con la realtà esterna assolutamente precario ed insicuro.
Osservazioni conclusive
Le scritture prese in esame di i bambini dagli 8 agli 11 anni, che hanno manifestazioni sessuali esplicite, evidenziano un Narcisismo inadeguato a consentire un fluire regolare delle energie pulsionali verso altre mete che non siano quelle del soddisfacimento delle pulsioni sessuali: un bambino che non sia o non si senta sufficientemente amato nei primi anni di vita, pensa che ciò dipenda dalla sua inadeguatezza, sviluppa così una carenza narcisistica e tenta di sopperire al desiderio di essere amato, attraverso il soddisfacimento delle pulsioni sessuali rivolte in parte al proprio corpo, in parte al corpo degli altri. Ma la carenza di segni narcisistici è sempre accompagnata da numerosi segni di ansia e di inibizione, da una gestione dello spazio poco equilibrata tra bianco e nero, da una tenuta insicura della linea di base , da una conduzione del tratto poco fluida e da ineguaglianze di pressione, tutti segni di un disagio emozionale ed affettivo importante. Vien da pensare che questi comportamenti di sessualità precoce o inadeguata in ultima analisi siano un modo per ottenere attenzione ed affetto o diventino una richiesta di aiuto mascherata da provocazioni; al contrario possono essere il segno di chiusura e di rifugio in una realtà immaginaria; in ogni caso sono un indice importante di disagio esistenziale che non deve essere ignorato o, peggio, stigmatizzato e punito da coloro, insegnanti e genitori soprattutto, che hanno l’impegnativo compito di aiutare i bambini a crescere avendo cura e rispetto del loro delicato equilibrio psicofisico.
Prof.ssa Elisabetta Agnoloni
L’analisi computerizzata della grafia
L’analisi computerizzata della grafia in adolescenti ad alto rischio di psicosi schizofrenica ed ulteriori possibili utilizzi clinici e medico-legali.
Grande interesse sta destando negli Stati Uniti la metodologia ideata da H.L. Teulings ed altri ricercatori delle Università del Colorado e della California che consente l’analisi della grafia mediante l’utilizzo del software “MovAlyzeR” per la registrazione e lo studio dei movimenti trasmessi da un penna “dysfluent” su apposito tablet connesso a PC.
La metodica è per ora prevalentemente indirizzata all’identificazione precoce di disturbi del movimento in giovani ad alto rischio di sviluppare psicosi di tipo schizofrenico, contribuendo in modo significativo all’attuazione di iniziative di prevenzione. Possibili, tuttavia, varie estensioni del suo utilizzo nel campo della ricerca, in ambito forense, clinico (controllo della progressione di malattia, reazioni a farmaci, etc), neuro-psichiatrico, geriatrico, kinesiterapico, dell’istruzione e della terapia occupazionale.
L’evidenza di specifici studi suggerisce infatti che le anomalie di movimento costituiscono una caratteristica fondamentale della patologia riconducibile ad una alterata neuromodulazione della dopamina. I soggetti a rischio di schizofrenia hanno mostrato un numero significativamente maggiore di movimenti della penna dysfluent che rileva e misura la discinesia distale in una compitografia.
Tale analisi cinematica costituisce un rilevante progresso rispetto ai metodi precedenti di valutazione delle discinesie correlate alla psicosi e potrebbe contribuire a comprenderne l’eziologia. Il periodo che precede l’insorgenza della psicosi è pertanto di estremo interesse clinico e di ricerca e l’individuazione di disturbi prodromici in giovani che vanno a sviluppare la schizofrenia in un periodo di due anni è fondamentale per l’attuazione di un precoce training cognitivo e psicosociale ed un intervento farmacologico che possa migliorare il corso della malattia.
Il periodo prodromico è caratterizzato da sintomi positivi attenuati quali anomalie percettive, sospettosità, sentimenti di grandiosità o pensieri insoliti e da un declino nel funzionamento psico-comportamentale. Gli individui che mostrano un grado moderato di sintomi positivi durante un’intervista clinica strutturata e/o una disfunzione correlabile ad un disturbo di personalità schizotipico e/o una storia familiare di schizofrenia e quelli che riferiscono un’esperienza psicotica assimilabile almeno una volta l’anno, sono considerati ad alto rischio (UHR, Ultra High Risk). Si tratta di disordini dello sviluppo neuropsichico non rari nella tarda adolescenza o la prima giovinezza, favoriti da fattori genetico-costituzionali o talora da alterazioni prenatali con particolare vulnerabilità alla psicosi.
Le anomalie di movimento sono di grande interesse costituendo un marcatore precoce ed in tal senso Walker ed altri Autori hanno raccolto e analizzato filmati di pazienti con schizofrenia durante l’infanzia, deducendone che le discinesie compaiono molto prima della malattia e sono indicative di un habitus predisponente.
La ricerca neurologica suggerisce che tali disturbi sono strettamente correlati alla funzione dei gangli della base con alterazione del circuito fronto-striatale e le rilevazioni della penna Dysfluent esprimono l’anomalia nella regolazione del segnale proveniente da queste strutture ed i relativi effetti sul coordinamento, la stabilità e la forza muscolare.
L’applicazione di metodi informatici all’analisi della scrittura consente altresì lo studio degli effetti collaterali dei farmaci che agiscono sulla regolazione della dopamina nella schizofrenia e nel Parkinson. I farmaci antipsicotici possono infatti indurre una discinesia tardiva, caratterizzata da movimenti involontari lenti e ripetitivi. Anche la nicotina è in grado di influenzare la regolazione della dopamina e conseguentemente l’analisi cinematica della grafia. Studi sperimentali di Tucha e Lange hanno dimostrato che la penna mostra un miglioramento della fluidità motoria durante un compitografia computerizzata dopo somministrazione di chewing gum contenenti nicotina.
Trial clinici hanno confermato la validità delle deduzioni e associazioni postulate dagli Autori. Uno studio caso-controllo condotto previo reclutamento di volontari con storia familiare di psicosi e disturbi schizoaffettivi prodromici, posto a confronto con volontari sani, dopo corretta selezione dei due campioni con attenta analisi statistica delle differenze tra i gruppi, relative a variabili demografiche di genere, età, di istruzione e categoriali, eventuale storia di trauma cranico, dipendenza da sostanze, fumo, assunzione di farmaci neurolettici, ha evidenziato significativa prevalenza di anomalie di movimento nel gruppo a rischio (UHR), rilevate della penna dysfluent nel programma di analisi della scrittura.
Nell’esempio riportato in figura, i partecipanti allo studio appartenenti al gruppo UHR, invitati a scrivere in corsivo sul tablet con la mano dominante, a normale velocità, le lettere LLeeLLee utilizzando l’apposta penna e seguendo linee guida orizzontali con un’altezza di due centimetri, hanno mostrato una frequenza significativa di discinesie quali strappi, elevato numero di picchi di accelerazione, mancanza di scorrevolezza, irregolarità della pressione (segnalate dal sistema con differenze di colore), variazioni di pendenza, etc.
Di particolare interesse si prospetta quindi l’utilizzo di tale software di analisi anche in studi longitudinali della scrittura, che potrebbero individuare le modificazioni evolutive nel sistema fronto-subcorticale prima e dopo l’insorgenza della psicosi e indirizzare gli studi verso i potenziali markers di rischio attuando interventi nei soggetti predisposti.
Antonella Pastorini