Quando il grafologo si trova ad analizzare una scrittura, una delle prime osservazioni, senza entrare subito nello specifico, è quella di rilevare se la scrittura si sviluppi in modo orizzontale o verticale, oppure, e sarebbe auspicabile per il soggetto che entrambi gli assi fossero in equilibrio tra loro. La scrittura verticale o orizzontale, è data dagli allunghi o meno dalle aste o gambe delle lettere destinate ad innalzarsi o a discendere, per esempio, la t, d, l, ed a discendere le gambe della lettera g,q, p. Se in uno scritto non ci sono segni di verticalità , in quanto non ci sono allunghi significativi, ci troviamo di fronte ad una scrittura totalmente orizzontale. E’ una metafora che vuole evidenziare l’evoluzione psicologica del soggetto, paragonandola all’evoluzione posturale di un neonato. Esso vive i primi mesi in una posizione orizzontale, poi man mano viene a contatto con il mondo esterno, iniziando ad assumere una posizione eretta, quindi verticale, e sarà proprio in quel momento che rivendicherà la sua indipendenza ed autonomia.
Nelle scritture orizzontali, “orali” per Freud, come in questo caso, ci troviamo di fronte ad un soggetto che non è riuscito, dal punto di vista psicologico ad evolversi, a stare “sulle proprie gambe”. Ha mantenuto una posizione orizzontale, quindi di dipendenza verso il prossimo proprio come un bambino appena nato dipendente dalla mamma per soddisfare le proprie esigenze nutrizionali ed affettive. Una scrittura con determinate caratteristiche, esprime una difficoltà sul piano affettivo-relazionale,v’è una continua ricerca di protezione, affetto, desiderio di colmare un vuoto affettivo.
Questi brevi cenni precedono l’analisi che ho potuto fare dei tratti salienti della scrittura della Levato, quelli che sono emersi dalla pubblicazione su internet di uno stralcio di lettera.
Analisi
In un insieme monotono e meccanizzato, la scrittura rigida diventa problematica, emerge una personalità fragile, si reprime ed alle volte possono verificarsi comportamenti imprevedibili. Gli addossamenti (cerchiati) rivelano una componente infantile, un modo per proteggersi dalla propria inquietudine, dall’ansia, e denotano tendenze contrarie, ambivalenza. Questa scrittura manca di libertà, tutto è scandito, misurato, indice di una educazione repressiva, si coglie una scarsa flessibilità di giudizio e comportamento che possono, a volte, dar luogo ad atteggiamenti enfatici. La scrivente accentra ogni interesse su di se, vive un narcisismo che preclude ogni slancio affettivo verso il prossimo, ha interessi limitati e concernono essenzialmente la sua persona. La scrittura di tipo orale è sintomatica di un certo malessere interiore, si richiede affetto ed attenzioni, quelle che probabilmente sono mancate nella fase più importante nella vita di ogni essere umano.
Patrizia Belloni