La volpe e l’uva, una delle più celebri favole attribuite ad Esopo, in senso metaforico, fare come la volpe significa reagire ad una sconfitta sostenendo di non aver mai desiderato quella vittoria.
Disprezzando ciò che non si è riusciti ad ottenere, ovvero la reazione della volpe, che è il tipico esempio di meccanismo di difesa, denominato “razionalizzazione”.
In parole semplici, consiste, nell’atteggiamento mentale di mascherare, quindi difendersi da sentimenti o comportamenti che si percepiscono in modo conflittuale con la realtà che viviamo.
La razionalizzazione è un meccanismo di difesa molto usato, anche se in maniera inconsapevole, ma è quello che ci allontana dalla nostra coscienza, poiché si tratta di un meccanismo di dissociazione.
Chi adotta tale meccanismo, riesce a stabilire una distanza ottimale tra ciò che è bene oppure no, con l’obiettivo di sconfiggere una fonte di insicurezza.
Tali strategie sono inconsce e comuni a tutti noi, nessuno escluso, e la razionalizzazione è il meccanismo di difesa più diffuso.
Ovviamente cambia la gestione di ciascuno di loro, i meccanismi di difesa sono molti e la nostra mente, ne adotta uno a seconda delle circostanze, se vogliamo in modo opportunistico, ma inconsapevole.
Affinchè assolvano il loro “compito” nel modo giusto, l’Io deve essere flessibile e saldo nello stesso momento, come una molla, estensibile, per resistere alle avversità che nella vita inevitabilmente si presentano, tante situazioni alle quali adattarsi, o riuscire a convivere, ma salda per non farsi sopraffare.
Riassumendo Freud ha denominato “Meccanismi di Difesa” quell’attività inconscia di cui si serve l’Io, nella lotta fra Super Io (grillo parlante) ed Es, ovvero trasgressione.
Quindi la “razionalizzazione” è la tendenza a spiegare, soprattutto a noi stessi, in modo razionale atteggiamenti, comportamenti che altrimenti non potremmo mai accettare.
Nel caso di questa straordinaria favola, la “volpe” razionalizza, dice di non prendere l’uva poiché è acerba, quando c’era invece la difficoltà di poterla cogliere.
Dal punto di vista grafologico, la scrittura della persona che sta utilizzando quel meccanismo di difesa apparirà chiara, formata bene, equilibrata, ciò significa buona gestione dello spazio, ovvero del foglio in cui si sta scrivendo, non ci sarà un bianco dilagante, che isola, il nero, cioè lo scritto non sarà opprimente.
Tutto ciò si traduce nella necessità della persona di spiegare in maniera chiara ed inequivocabile le proprie idee, di “giustificare”razionalmente” dei fatti o comportamenti che hanno una radice affettiva o un interesse generico che la persona non vuole rivelare.
Patrizia Belloni