L’evoluzione del disegno

disegni articolo agnoloniDopo la fase dello scarabocchio  – di cui ho avuto modo di parlare in questo giornale nel mese di giugno – che segna il primo periodo del grafismo infantile, il bambino tra i 3 e i 4 anni elabora almeno due tipi di espressione, le FORME e le FIGURE, accompagnate spesso da commenti a voce alta, che stupiscono gli adulti, ma non i coetanei. Si tratta di un primo codice comunicativo che attraverso simboli grafici personalizzati permette al bambino di manifestare sentimenti e desideri: i personaggi e l’ambiente vengono raffigurati con un’ ottica soprattutto affettiva, egli muove i personaggi a suo piacimento, li esclude, li annulla, li ingigantisce e così via. Se i genitori o le maestre mostrano di apprezzare quello che fa, ecco nascere e svilupparsi in lui un senso di sicurezza e di autonomia.

Le FORME sono la prima evoluzione dello scarabocchio e indicano il desiderio del bambino di esplorare l’ambiente spaziale che lo circonda: è il momento del geometrismo (cerchi, triangoli, romboidi), della tendenza alla ripetizione composita; inoltre, muovendosi in libertà sul foglio sperimenta l’alto e il basso, la destra e la sinistra, il davanti e il dietro, il prima e il dopo. Tuttavia all’occhio dell’adulto sfuggono gli intenti rappresentativi in quanto le forme assomigliano a dei disegni astratti (realismo mancato). Nonostante l’autocritica sia ancora assente dalle valutazioni del bambino, un po’ alla volta egli capisce che deve avvicinarsi di più alla realtà perché la sua opera possa essere compresa dai grandi.

Le FIGURE rappresentano il traguardo successivo che vede comparire in sequenza la figura umana, la casa e l’albero fino a creare scene complesse. I disegni dei bambini piccoli nel corso di questi ultimi decenni si sono andati arricchendo di oggetti tecnologici e soggetti televisivi ( macchine, razzi ,carri armati, robot, mostri…, per i maschi, scene bucoliche con prati, fiori, farfalle, per le bambine). In ogni caso il disegno è soprattutto l’espressione concreta di sentimenti ed emozioni e basta un piccolo tratto, una macchia, un fiore senza foglie per metterci in grado di capire cosa il bambino vuol dire su di sé, sulla sua famiglia, sulla sua crescita.

Quello che stupisce è la raffigurazione iniziale di questi tre elementi, persona, casa, albero, secondo un modello fisso, quasi archetipico, del tutto indipendente dal contesto ambientale in cui il bambino vive.

Elisabetta Agnoloni

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