Conoscersi meglio attraverso la grafologia

Quando ci si rivolge al grafologo per avere una analisi dettagliata della propria scrittura, con annesso profilo psicologico, sicuramente si avverte la necessità di conoscersi meglio, forse si sta attraversando un momento di crisi, capita, ed allora scatta la famosa “molla”, vogliamo capire meglio noi stessi.

Ci poniamo di fronte ad un foglio bianco, lo facciamo in modo naturale, senza pensare a quale forma dare al nostro scritto, oppure alla dimensione delle lettere, come gestire lo spazio a nostra disposizione piuttosto che alla forza pressoria che esercitiamo, insomma tutto ciò avviene spontaneamente, il gesto grafico è involontario, è un gesto psico-motorio.

Analizzare una scrittura può sicuramente aiutare il soggetto in questione a far emergere quei lati oscuri del carattere, pensieri ed azioni rimosse che spesso, però sottraggono serenità, sicurezza delle proprie azioni, giovialità ed intraprendenza.

E’ vero che la nostra mente riesce, attraverso dei meccanismi di difesa, inconsci, a rimuovere l’episodio doloroso, subito o procurato, ma è pur vero che non è in grado di rimuovere il sentimento.

Per questo e tanti altri motivi, la grafologia è di grande ausilio anche per psicologi e psicoterapeuti, che sovente si rivolgono a noi grafologi per avere un “panorama” piuttosto chiaro e dettagliato sulla persona in questione. Un valido contributo per iniziare un percorso di vita piuttosto complesso.

Dall’esame della scrittura possiamo rilevare anche le eventuali potenzialità, che sono fondamentali per orientare le proprie scelte, professionali e non, verso una giusta direzione, canalizzare le proprie energie, specialmente nel caso degli adolescenti per indirizzarli verso un cammino a loro più congeniale.

La grafologia non ha nulla di occulto, di magico, non si prefigge scopi terapeutici, anche se la persona conoscendosi meglio, può lavorare su se stessa, per una qualità di vita migliore, sia con i propri mezzi ma anche avvalendosi di un aiuto esterno, quale uno psicoterapeuta, che il grafologo stesso, quando e se lo reputi necessario può consigliare.

La grafologia, strumento di indagine piuttosto complesso, per questo motivo non ci si improvvisa. Quando si analizza una scrittura oltre alle competenze professionali dobbiamo mettere in gioco la nostra coscienza. Redigere un’analisi è un compito molto delicato, spesso ci si trova di fronte a persone, che nonostante abbiano scelto in modo del tutto autonomo, di far analizzare la propria scrittura, quando vengono messe di fronte a certe verità, rimosse, o mascherate, non le accettano. Sovente mi domando quale sia la strada giusta, il modo migliore per comunicare alla persona gli esiti dell’analisi grafologica, ed ogni volta la risposta è la stessa, delicatezza e prudenza, e far capire a chi ci sta di fronte che non stiamo giudicando, che non ci sono qualità o difetti ma semplicemente impulsi che necessitano di equilibrio.

Avevo già ultimato questo articolo, rimaneva solo di pubblicarlo quando ho ricevuto una email che ritengo esprima la connotazone propria dell’analisi della grafia sotto l’aspetto psicologico.

Mi riferisco all’analisi dell’incoscio attraverso la “psicologia della scrittura” che un libero professionista di 60 anni ha colto e richiesto, esternando alcune riflessioni dopo aver ricevuto il profilo grafologico da me redatto a seguito di epressa richiesta presso il mio studio in Roma.

Il signor Alessandro mi ha scritto “dott.ssa Belloni voglio ringraziarla per la sua analisi grafologica, ha focalizzato e messo in rilievo alcuni aspetti che mi erano poco chiari, ho riflettuto molto, non è facile accettare un quadro così completo della mia personalità. Dopo la sua analisi il puzzle si è composto, vorrei tanto cambiare e mettere a frutto le mie potenzialità”.

Con ciò non desidero autocelebrarmi ma portare in evidenza l’importanza della grafologia nell’ambito di un percorso di crescita personale e di conoscenza del proprio carattere nella prospettiva di una evoluzione e di un cambiamento.

Patrizia Belloni