Nell’ambito delle ricerche di tipo criminologico focalizzate sugli autori dei crimini la grafologia ha rappresentato uno degli aspetti esplorati dagli studiosi nel tentativo di poter individuare elementi e tratti distintivi comuni nella scrittura di determinate categorie di delinquenti.
Antesignano di tali studi in Italia è stato Cesare Lombroso (Verona, 6 novembre 1835 – Torino, 19 ottobre 1909), il quale noto per aver sostenuto la tesi della diretta correlazione tra fisiognomica e capacità a delinquere ebbe modo nel suo trattato “L’uomo delinquente” di cui si conoscono ben cinque edizioni di cui la prima nel 1876 e la quinta nel 1897, di soffermarsi seppure brevemente sulla scrittura e più in particolare sugli autografi di assassini, rapinatori e ladri.
A tal proposito ci sembra particolarmente interessante riproporre i passi del trattato del Lombroso in cui esprime alcune considerazioni sulle scritture di diverse categorie di delinquenti e confrontarle con le attuali conoscenze della grafologia.
Nella 5^ edizione “L’uomo delinquente” del 1897: “Scrittura – Siccome noi sogliamo scemare importanza e valore a quanto ci cade troppo spesso sott’occhio, così a molti sulle prime ben futile e bizzarra l’idea che dalla scrittura d’un uomo si possa trarre qualche indizio sulle sue condizioni psichiche” il Lombroso vuole evidenziare il valore dell’esame grafologico nello studio della psiche dell’uomo in quanto la scrittura è “ un movimento che può restare fissato per secoli dopo la sua manifestazione” al contrario di altre manifestazioni esteriori alle quali invece all’epoca sembrava venisse conferita attenzione.
Scrive ancora il Lombroso “Riassumendo gli studi sugli autografi, che mi vennero favoriti dall’onor. Alfredo Maury, direttore degli archivi di Francia, dal Muoni, dal Beltrani-Scalia e da altri egregi, e che ammontano a 520 , credo poterli dividere in due gruppi ben spiccati, non contando però quelli dei semi-analfabeti, fra cui pur van messi i più famosi nostri briganti, la cui scrittura conserva i caratteri della fanciullezza. Il primo gruppo è costituito dagli omicidi, grassatori e briganti, la maggior parte dei quali ha per carattere un allungamento delle lettere, una facilità a quella che i tecnici chiamano gladiolamento, vo’ dire alla forma più curvilinea e spiccata dei prolungamenti tanto al basso come all’alto delle lettere; in molti è assai spiccata o prolungata la sbarra del t , così come si trova nei militari e nelle persone energiche in genere; in pochi altri le lettere fanno coi loro filetti degli angoli acuti. In tutti, poi, la firma ha una serie così straordinaria di filettature e di arabeschi da farla distinguere immediatamente da tutte le altre” e ancora riepilogando “Su 98 grassatori ed omicidi, 52 presentano questi caratteri, che sono poi singolarmente uniformi in tutti i briganti” passando ad analizzare “Il secondo gruppo, speciale ai ladri, si distingue da quello dominante nei grassatori, per mancare di gladiolamento e per presentare lettere svasate, molli, con poca spiccatura o quasi nessun geroglifico nella firma, con un carattere insomma, che si avvicina al femmineo ed anzi all’usuale” infine per concludere “ Quanto agli stupratori , truffatori e falsari non ho potuto raccogliere una tal serie di documenti che possa dar luce sicura sull’argomento. Sembrami, però, che molti s’avvicinino per il gladiolamento delle lettere per la finale tagliente, o per l’enorme geroglifico della firma ai grassatori; i grafologi asseriscono, ed io pure ne rinvenni due esempi , che i truffatori scrivano con caratteri piccolissimi , quasi cercassero restare nascosti, sgattaiolare alle indagini.”
La carenza di conferme scientifiche alle osservazioni semplicistiche del Lombroso sulle scritture e firme autografe pervenute nella sua disponibilità, non inficia la valenza di un impegno di ricerca in un campo così difficile da esplorare quale l’animo umano e a maggior ragione quello degli autori dei crimini, ove a parere di chi scrive un ruolo di tutto rilievo possono averlo gli studiosi di grafologia.
Roberto Colasanti