Tra Storia e Attualità

I graffiti, una forma di comunicazione che risale alla preistoria, circa sedicimila anni fa.

 Presenze umane di carattere neolitico, che popolavano le grotte, hanno lasciato le loro tracce graffiando sulle pareti con arnesi rudimentali.

Generalmente questi graffiti rappresentavano immagini di animali selvatici, per avvertire di un pericolo oppure che in quel luogo era a disposizione della selvaggina da poter cacciare, quindi ciò equivaleva ad avere del cibo di cui potersi sfamare.

Uomini primitivi che lasciavano una traccia del loro passaggio, comunicando a chi sarebbe arrivato dopo informazioni di carattere utilitaristico, inconsapevoli che molto tempo dopo questa tecnica del graffio su pareti o cose, sarebbe poi divenuta una forma d’arte.

 Tutto ebbe inizio nei primi anni del novecento, nello stato del Messico per svilupparsi più avanti negli altri stati americani.

Nasce proprio nel Bronx, verso gli anni settanta, un movimento artistico denominato “Graffit Art,” come forma di protesta da parte degli uomini di colore contro una politica che non tutelava, secondo il loro modo di pensare i propri diritti.

I giovani, in quel quartiere multietnico, incidevano sui muri scritte che esprimevano pensieri di contestazione, dando vita ad una personale forma di libertà usando la tecnica del “graffio”, un modo concreto per affermare le proprie idee.

Il graffitismo, in seguito venne esportato dagli Stati Uniti in tutto il mondo e nelle più svariate forme.

 Ai giorni nostri, ci sono in alcune città europee, degli spazi denominati “Hall of fame”, messi a disposizione dei graffisti dalle autorità competenti alla salvaguardia del territorio, al fine di tutelare il proprio quartiere.

Un tacito accordo tra le parti per evitare una aggressione indiscriminata, di muri, marciapiedi e quant’altro.

Altra cosa sono i graffisti improvvisati, di solito si tratta di turisti stranieri che si trovano nel nostro paese di passaggio, che non hanno nulla a che fare con l’arte.

Un viaggio dall’altra parte del mondo, alla scoperta di nuove culture e modi di vivere, la cucina, usi e costumi, per conservare un ricordo indelebile…

 Infatti alle volte lasciano davvero una traccia indelebile del loro passaggio incidendo sulle mura “storiche” delle nostre città d’arte, su monumenti di inestimabile valore le proprie generalità.

 Un modo di fare piuttosto primitivo che si riscontra anche nel mondo animale, dei nostri giorni, “segnare il territorio”, ovviamente in modo differente ma comunque lasciare una traccia del proprio passaggio in quel luogo specifico.

Nonostante il progresso di cui si parla tanto, la tecnologia, tanti social network che consentono all’uomo moderno di comunicare al mondo le proprie idee ed i pensieri, anche quelli più personali…ecco che alcuni soggetti riscoprono e ripercorrono il modello ancestrale graffiando i propri pensieri sopra qualsiasi supporto, senza pensare che si tratta di gesta vandaliche che arrecano dei danni enormi al nostro patrimonio artistico e culturale.

Ascoltando i vari notiziari che trattano spesso questo tipo di problema, ovvero di persone che procurano delle lesioni ai nostri monumenti, viene da chiedersi se apporre la propria firma sul muro del Colosseo a Roma piuttosto che sul duomo di Firenze, basti per far parte di essi.

Lascia un commento