Il valore scientifico della grafologia

Molto spesso, durante un processo, gli avvocati di parte e l’autorità giudiziaria interpellano un grafologo ai fini della “ricerca della verità” quantomeno a livello processuale. Il referto grafologico assume un particolare rilievo nelle controversie civilistiche, ove l’eventuale apocrifia di uno scritto può inficiare la validità di un atto oppure di un contratto, ma anche in ambito penale con riferimento ad una vasta gamma di reati. Al contempo il grafologo viene chiamato a fornire consulenza in altri ambiti sociali quali, ad esempio, la consulenza aziendale, la pedagogia (grafologia dell’età evolutiva) e l’analisi della personalità (psicologia della scrittura).
Il grafologo professionista, negli ultimi tempi, trova spazio anche in programmi televisivi di tipo giornalistico ove capita di assistere al rilascio di responsi psicologici e/o criminologici sulla scorta di qualche rigo. Di conseguenza, se da un lato la grafologia risulta senz’altro affascinante dall’altro lato può dar luogo ad una serie di interrogativi in ordine alla sua rilevanza scientifica. Così, la lettura di un profilo grafologico accostato ad una scrittura, in mancanza dell’esposizione di un iter logico e analitico può far sorgere dei dubbi sulla valenza della scienza grafologica. La spettacolarizzazione di certo non giova all’affermazione della grafologia in una accezione di tipo scientifico.
In questo “Magazine” appare, quindi, doveroso soffermarsi sul valore scientifico della grafologia. Si tratta di una scienza umana in quanto attiene una manifestazione dell’uomo che è l’unico animale che utilizza i segni e i simboli per esprimersi. Possiamo parlare di scienza in quanto si basa su un metodo razionale e su un iter logico ben definito per l’analisi della grafia. Possiamo evidenziare, anche se per gli addetti ai lavori si tratta di affermazioni superflue, che il “risultato finale” rappresentato dalla consulenza grafologica è il risultato di studi e di specifiche competenze professionali.
Sull’argomento si è espresso anche il prof. Umberto Veronesi sul settimanale “Oggi” del 4 agosto 2004. In una intervista avente ad oggetto la grafologia, l’autorevole esponente della comunità scientifica non lascia spazio ad interpretazioni affermando “io credo che la grafologia abbia senz’altro un carattere scientifico, ma che entri nella categoria delle pseudoscienze quando se ne fa un uso banale e approssimativo, un po’ come succede per la psicologia quando viene ridotta in pillole per i quiz psicologici pubblicati sui giornali. Se invece viene usata in modo corretto, e integrata con altre discipline (psicologia e psicanalisi, ma anche fisiologia e neuroscienze), la grafologia è un metodo scientifico, che può aiutare a conoscere meglio le persone” (estratto da “Oggi” 04.08.2004).
Anche l’art. 2 del codice deontologico europeo afferma che “La Grafologia, scienza umana e tecnica d’osservazione e d’interpretazione, permette l’indagine sugli aspetti cognitivo-temperamentali per mezzo dell’analisi della scrittura.”
Si può, quindi, affermare che il grafologo trovi spazio nei contesti sopra menzionati in quanto professionista serio consapevole del proprio ruolo e della validità del metodo scientifico su cui poggia la propria attività. Si invita il pubblico a voler considerare la grafologia al di là delle esigenze mediatiche e delle semplificazioni tenendo presente le basi su cui poggia e gli ambiti di applicazione.

D’altra parte uno degli obiettivi di “Grafologia Magazine” dichiarato sin dal primo numero è la divulgazione del sapere grafologico e delle sue applicazioni.

Gabriele Colasanti

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